
Trattamento dell’Infiammazione in Acuto
Nella pratica clinica capita spesso di trovarsi davanti a un paziente che presenta I SEGNI DI UN’INFIAMMAZIONE IN FASE ACUTA.
In questi casi non è facile procedere nel modo terapeuticamente corretto, in quanto il distretto infiammato è affetto da un DOLORE ELEVATO e, se non si utilizzano le tecniche di trattamento adatte, si corre il rischio di PEGGIORARE il quadro clinico.
Contrariamente a ciò che si potrebbe comunemente pensare però, in caso di infiammazione l’intervento fisioterapico è ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO.
Per impostare correttamente un’efficace terapia è necessario capire quali sono gli OBIETTIVI TERAPEUTICI principali.
Possiamo identificarne con sicurezza due:
-> RIDUZIONE DEI LIVELLI DI DOLORE
-> FACILITAZIONE DEL FISIOLOGICO DECORSO DELL’INFIAMMAZIONE
Trattandosi di una risposta fisiologica del corpo, la condizione infiammatoria non deve essere BLOCCATA, ma bensì facilitata. Il tipo di lavoro terapeutico sarà pertanto mirato a garantire una migliore qualità di vita del paziente e favorire una maggiore funzionalità del distretto, mentre si tiene la condizione clinica sotto controllo.
Vi sono poche tecniche mirate che possono essere utilizzate con l’infiammazione, tuttavia, se applicate in modo adeguato, possono dare un’eccellente risposta terapeutica.
Una sequenza razionale di approccio all’infiammazione acuta può essere il seguente, suddiviso in 3 fasi:
FASE 1 – terapia manuale durante la seduta
1A) POMPAGE ANTALGICO
1B) STRETCH & SPRAY
1C) SFREGAMENTO SUPERFICIALE + LINFODRENAGGIO
FASE 2 – terapia complementare al termine della seduta
2A) APPLICAZIONE DI KINESIOLOGY TAPING
2B) APPLICAZIONE DI ARGILLA
FASE 3 – (auto)terapia a casa
3A) COLD/HOT THERAPY O APPLICAZIONE DI GHIACCIO
Vediamo le varie fasi nel dettaglio.
FASE I – terapia manuale durante la seduta
1A) POMPAGE ANTALGICO
Il primo obiettivo da ottenere è il controllo del dolore. Per fare questo si può ricorrere in modo efficace al POMPAGE ANTALGICO del distretto, quando possibile. Il Pompage Antalgico è una variante delle varie tecniche di Pompage mirata all’attivazione del gate-control e pertanto alla riduzione dell’algia dell’area.
Si svolge sempre attraverso le tre fasi di Pompage di messa in tensione, mantenimento e ritorno, con due importanti differenze:
-i tempi delle tre fasi sono molto rapidi, al di sotto dei 5 secondi;
-durante la fase di mantenimento della tensione, si applica un blando stimolo vibratorio al distretto trattato.
Si effettuano almeno una trentina di cicli di Pompage, accertandosi che il paziente tragga sollievo dalla manovra.
ATTENZIONE! Non si deve assolutamente applicare il Pompage Antalgico in caso di TRAUMA ACUTO o FORTE INSTABILITA’ DELL’AREA: in questi casi il modo corretto di procedere è APPLICARE IL PROTOCOLLO P.R.I.C.E.
1B) STRETCH & SPRAY
Lo Stretch & Spray è una tecnica di trattamento di difficile applicazione ma di amplissima versatilità, in quanto può essere utilizzata anche in situazioni infiammatorie e di trauma acuto. Consiste in una terapia combinata di crio-analgesia, trattamento dei Thicken Point attivi e modellamento fisiologico della componente fasciale.
Per APPLICARE LO STRETCH & SPARY IN MODO CORRETTO, si possono seguire questi passaggi:
-si mette il paziente con il distretto da trattare in posizione rilassata e non stretchata
-si inonda con un getto di ghiaccio spray della durata di circa 3 secondi sia la parte da trattare (quella infiammata) che l’eventuale zona a monte o a valle in cui sono presenti Thicken Point attivi
-si porta delicatamente il distretto in stretch di qualche grado (o di qualche centimetro)
-si lavora sull’eventuale Thicken Point attivo con tecniche di Restrain (preferibile), tecniche di sfregamento profondo o pressione ischemica per almeno 30 secondi
-si ripete nuovamento lo stesso ciclo applicando il ghiaccio spray
Questo tipo di trattamento si protrae per alcuni minuti. Raggiunto il punto di massimo allungamento fisiologico e non doloroso del distretto, è possibile ripetere nuovamente il trattamento partendo di nuovo dalla posizione di riposo.
Una volta che si ritiene il trattamento concluso, si può applicare per qualche secondo un panno caldo sull’area dell’eventuale Thicken Point lavorato.
1C) SFREGAMENTO SUPERFICIALE E LINFODRENAGGIO
A questo punto si può trattare il distretto con normale massoterapia. Si applica pertanto un po’ di olio o crema sull’area e si effettua uno SFREGAMENTO SUPERFICIALE, con una pressione molto moderata e una velocità ridotta. In questo caso, l’utilizzo di eventuali oli con effetto rinfrescante può essere adeguato.
Se il distretto presenta un edema infiammatorio, in combinazione o in alternativa allo sfregamento superficiale è anche possibile applicare tecniche di LINFODRENAGGIO MANUALE. In particolare, il consiglio è quello di applicare manovre di POMPA LINFATICA e di WAVING con pressioni molto basse.
FASE 2 – terapia complementare al termine della seduta
2A) APPLICAZIONE DEL KINESIOLOGY TAPING
Terminata la parte di terapia manuale, è un utile complemento l’applicazione di KINESIOLOGY TAPING sul distretto trattato. Ovviamente, l’area va prima pulita completamente dagli oli, altrimenti il bendaggio sarà inefficace.
L’applicazione di taping più idonea è in questo caso un’applicazione LINFATICA, ovvero con l’utilizzo di un tape tagliato a “ventaglio” di 4 o 5 ali, la base del tape applicata preferibilmente sui linfonodi prossimali (o comunque a monte dell’area infiammata), il distretto corporeo in massimo allungamento consentito e NESSUNA TENSIONE applicata al tape. Si lascia l’applicazione in sede per circa 3-5 giorni, salvo che non si stacchi prima da sola.
2B) APPLICAZIONE DI ARGILLA
L’argilla è una sostanza che permette di avere un fisiologico effetto sfiammante sull’area, sfruttando il principio fisico della sottrazione di calore data dal suo progressivo essicamento per evaporazione dell’acqua contenuta.
Il modo più semplice di applicare l’argilla è quello di mettere uno strato sottile sulla pelle, sufficiente a coprire tutta la superficie del distretto dolente. La parte va poi avvolta con l’applicazione di alcuni strati di SALVAPELLE. Se è stato messo del tape linfatico sull’area, l’argilla può essere applicata senza problemi SOPRA al kinesiology tape.
N.B.: alcuni praticanti ricoprono lo strato di argilla con della pellicola da cucina per impedirne l’evaporazione; purtroppo, QUESTO E’ UN ERRORE, perchè così facendo si perde buona parte dell’efficacia terapeutica della sostanza.
FASE 3 – (auto)terapia a casa
3A) APPLICAZIONE DI GHIACCIO oppure COLD/HOT THERAPY
Terminata la seduta, è importante che il paziente svolga un’adeguata auto-terapia a casa, in modo da garantire una continuità nell’efficacia della seduta. In questo caso dobbiamo distinguere due situazioni:
a- la fase infiammatoria deriva da trauma acuto (meno di 48h);
b- la fase infiammatoria è di tipo atraumatico o sono già trascorse almeno 48h dal trauma.
Nel primo caso, il paziente dovrà applicare GHIACCIO sull’area infiammata, per circa 15-20 minuti, 2-4 volte al giorno.
Nel secondo caso invece, il paziente dovrà seguire la COLD/HOT THERAPY (PROTOCOLLO CALDO/FREDDO), che consiste nella facilitazione del decorso infiammatorio attraverso l’applicazione alternata di freddo e caldo.
Potete trovare le istruzioni per l’applicazione della cold/hot therapy a questo link: https://goo.gl/Ce1MWi
Conclusa la seduta, si consiglia di rivedere il paziente a distanza di una settimana, verificando lo stato dell’infiammanzione e valutando quindi se sia possibile trattare l’area con altre tecniche.
Ovviamente, se si tratta di un’infiammazione di tipo INFETTIVO, questa è assolutamente di competenza medica e va trattata per via farmacologica!
Un’infiammazione invece di tipo MECCANICO, sia essa da trauma recente o insorta per overuse, è invece di competenza fisioterapica e si può affrontare efficacemente con il protocollo appena appreso.
Buon lavoro!
Guarda gli altri articoli correlati:
I 5 SEGNI CHIAVE DELL’INFIAMMAZIONE
PROTOCOLLO PRICE – GUIDA ALLA CORRETTA ESECUZIONE