
Esiste una Terapia Sempre Applicabile?
Nel WING CHUN, l’arte marziale praticata agli albori da Bruce Lee (dalla quale poi sviluppò il JEET KUNE DO), esiste una manovra incredibilmente versatile chiamata ENTRATA UNIVERSALE.
L’entrata universale del Wing Chun è in pratica una tecnica costituita da un calcio frontale e una serie di pugni applicabile efficacemente in risposta a QUALUNQUE TIPOLOGIA DI ATTACCO avversario. Utilizzando l’entrata universale è infatti possibile contrattaccare in modo rapido ogni tipo di offensiva, limitando al minimo i danni potenziali.
A questo punto la curiosità mi ha fatto sorgere una domanda spontanea: esiste anche in fisioterapia una TERAPIA VALIDA SEMPRE e utilizzabile in qualunque situazione – o comunque nel più ampio spettro di condizioni cliniche – come l’entrata universale del Wing Chun?
E in particolare: che caratteristiche dovrebbe avere tale metodica per poter essere realmente considerata “l’entrata universale della fisioetrapia”?
Vediamole nel dettaglio.
1) DEVE ESSERE UTILIZZABILE IN FASE ACUTA
La fase acuta è uno dei momenti più delicati dal punto di vista terapeutico, in quanto il paziente è sottoposto a livelli di dolore elevato e molte tecniche, in particolare quelle più “strong”, solitamente efficaci in condizioni croniche, in questa situazione non sono utilizzabili. Una metodica ideale dovrebbe essere pertanto utilizzabile anche in FASE DI DOLORE ACUTO.
2) FACILE DA APPRENDERE E DA APPLICARE
Una metodica efficace ma di difficile applicazione e apprendimento non può essere definita “ideale”, in quanto per dare dei risultati terapeutici apprezzabili è necessario che venga eseguita da un praticante esperto. La metodica ideale dovrebbe essere semplice da apprendere (pochi concetti e chiari) e da eseguire poi nella clinica: come l’entrata universale del Wing Chun.
3) EFFICACE DALLA PRIMA SEDUTA
La metodica ideale dovrebbe essere efficace subito, già dalla prima applicazione. Tecniche che richiedono diverse sedute prima di dare risultati tangibili possono essere valide, ma non sono sempre applicabili, in particolare se il paziente si trova in una condizione di dolore acuto e vuole stare meglio subito, come ad esempio nel caso di una LOMBALGIA ACUTA DA ERNIA.
4) BASSO RISCHIO
Una delle cose più importanti è anche non causare danni con una tecnica mal eseguita. Inoltre spesso alcune metodiche possiedono un “rischio base” di poter indurre un potenziale peggioramento clinico, anche quando eseguite in modo corretto. Il praticante alle prime armi potrà commettere errori, specialmente all’inizio, pertanto una metodica ideale dovrebbe essere a bassissimo rischio base e, quando mal eseguita, non produrre beneficio ma nemmeno danni.
5) AMPIA APPLICABILITA’
Per essere una vera “entrata universale” una metodica dovrebbe essere applicabile quasi sempre. Considerando la grandissima differenza che esiste tra le varie condizioni cliniche, questo sarebbe impossibile nella realtà; tuttavia, la metodica ideale dovrebbe avere tra tutte il più ampio spettro di applicabilità e in assoluto il minor numero di controindicazioni.
6) EFFICACIA TRASVERSALE
Le TECNICHE DI TRATTAMENTO VINCENTI sono quelle in grado di indurre effetti terapeutici in modo trasversale su più livelli. Questo perchè così possono agire in modo multifattoriale sulle diverse cause che hanno generato il problema. Una metodica ideale dovrebbe pertanto essere efficace su più strutture del corpo, inducendo effetti benefici in modo sinergico.
7) ELEVATA INTEGRABILITA’
Spesso le metodiche riabilitative hanno il difetto di essere poco integrabili tra loro, specialmente quando si tratta di tecniche apprese a CORSI DI FORMAZIONE INTEGRALISTI. La forma di terapia ideale è invece quella che si integra facilmente con le altre, potenziandone gli aspetti terapeutici anzichè inibirli.
8) VALIDA COME PREVENZIONE
Per finire, la metodica ideale non solo è efficace dal punto di vista terapeutico, ma dovrebbe poter essere utilizzata anche come forma di PREVENZIONE E MANTENIMENTO DEL PAZIENTE SANO. Infatti, uno degli aspetti più importanti della fisioterapia, non è solo la capacità di curare una patologia, ma anche di mantenere il risultato terapeutico acquisito e impedire eventuali recidive.
La metodica “universale” non deve essere necessariamente quella più efficace sempre e in ogni situazione, bensì quella che può essere utilizzata nel maggior numero di condizioni cliniche, ottenendone sempre beneficio.
In conclusione, esiste davvero una metodica simile?
EBBENE SI.
In realtà ce ne sono due, seppur con alcune limitazioni.
La prima metodica sempre applicabile è L’ESERCIZIO TERAPEUTICO, che costituisce il vero aspetto caratterizzante della fisioterapia.
L’esercizio terapeutico, con i dovuti adattamenti a ciascuna condizione clinica, è realmente applicabile ed efficace in ogni situazione, tranne nelle condizioni di INFIAMMAZIONE ACUTA, di DOLORE ELEVATO oppure quando il paziente è FORTEMENTE DECONDIZIONATO O NON COLLABORANTE, per cui qualunque forma di attività motoria attiva è inapplicabile.
La seconda metodica sempre applicabile è LA TECNICA POMPAGE, che rappresenta una vera e propria “entrata universale” per qualunque forma di terapia manuale.
Il Pompage è infatti utilizzabile anche in condizioni di dolore acuto e con pazienti troppo ipostenici per fare esercizio, tuttavia non può essere utilizzato in caso di TRAUMA RECENTE, per cui solitamente è meglio stabilizzare il distretto del APPLICARE IL PROTOCOLLO P.R.I.C.E., nè in caso di PARESI FLACCIDA, condizione nella quale invece l’esercizio terapeutico è assolutamente idoneo.
Ovviamente, se si vuole adottare una vera “entrata universale”, la scelta migliore consiste nell’utilizzo di entrambe le soluzioni.
Posto il fatto che è sempre importante SCEGLIERE I MIGLIORI CORSI DI FORMAZIONE così da perfezionare le proprie conoscenze e adottare le strategie migliori in ciascuna condizione clinica.
Buon lavoro!