
Distinguere la Terapia Efficace dal Placebo
Non è semplice distinguere se gli effetti positivi derivanti da una terapia siano realmente connessi a quanto fatto “nella pratica” o se buona parte del miglioramento clinico sia legato a una percezione soggettiva del paziente.
Gli studi infatti dimostrano che L’EFFETTO PLACEBO è una delle componenti principali della terapia, tanto che in molti casi gli effetti terapeutici prodotti da un placebo sono comparabili a quelli della terapia reale.
In ambito riabilitivo, dove i fattori da tenere in considerazione sono spesso molteplici e complessi – data l’impossibilità di studiare in modo esaustivo il “sistema uomo” – la componente psicologica e di suggestione del paziente assume un’importanza davvero rilevante.
Questo è ancor più vero alla luce del fatto che per AUMENTARE L’EFFICACIA TERAPEUTICA gli aspetti legati alla corretta comunicazione col paziente, al setting e alla componente emotiva assumono un ruolo primario, comparabile alla terapia stessa.
Di contro però, è anche vero che quando il paziente riferisce di “stare meglio”, spesso non è possibile individuare parametri misurabili su cui valutare l’entità di un miglioramento comunque percepito, pertanto si può incorrere nell’errore opposto di tacciare come “placebo” metodiche che invece hanno avuto una reale efficacia, senza l’uso delle quali non si sarebbe risolto – o alleviato – un problema.
Moltissimi sono quindi i fattori che entrano in gioco, tuttavia se per semplicità prendiamo in considerazione come parametro di misurazione solo il LIVELLO DI DOLORE, che nel 95% dei casi è la problematica che spinge un paziente ad andare dal fisioterapista, possiamo individuare 4 situazioni cliniche che ci permettono di capire se quello che il terapista sta facendo è effettivamente placebo oppure no. Vediamo quali sono.
CASI IN CUI LA TERAPIA E’ REALMENTE EFFICACE
1 – DOLORE ACUTO RECEDUTO SUBITO DOPO IL TRATTAMENTO
In una condizione di dolore elevato insorto da poco, come ad esempio una RIGIDITA’ DEL RACHIDE LOMBARE o un TORCICOLLO ACUTO, se il paziente riferisce un immediato beneficio subito dopo il trattamento, che tende a protrarsi anche dopo, possiamo essere matematicamente sicuri che NON SI TRATTA DI PLACEBO, a prescindere dalla metodica che sia stata utilizzata. Di solito, per ottenere questi risultati, il terapista deve conoscere METODICHE DI TRATTAMENTO VINCENTI e sapere in quale contesto clinico applicarle.
2 – DOLORE CRONICO PERSISTENTE RECEDUTO SUBITO DOPO IL TRATTAMENTO
Se il paziente è affetto da un dolore cronico continuo che si protrae da parecchio tempo, di intensità costante, che non mostra significativi segni di miglioramento anche col passare delle settimane, e immediatamente dopo il trattamento riferisce un beneficio, che tende a mantenersi nel tempo, possiamo essere abbastanza certi che anche in questo caso NON SI TRATTA DI PLACEBO. La conferma diventa maggiore se il dolore tende a calare in modo apprezzabile ad ogni seduta successiva, con un risultato terapeutico che si mantiene stabile anche nei giorni successivi alla terapia.
CASI IN CUI LA TERAPIA POTREBBE ESSERE PLACEBO
3 – NORMALE DECORSO DI AUTO-GUARIGIONE
Se il livello di dolore ha avuto un momento di aumento nei giorni precedenti, per poi mostrare un progressivo e stabile calo nel tempo, siamo probabilmente davanti a un processo di auto-guarigione che potrebbe concludersi anche senza terapia. La fisioterapia è quasi sempre necessaria a velocizzare il tempo di guaigione e avere un recupero migliore, come ad esempio nel TRATTAMENTO DEL DOLORE DA POST-ALLENAMENTO, nell’uso del PROTOCOLLO P.R.I.C.E. PER TRAUMA ACUTO o in qualunque caso di riabilitazione post-traumatica e post-operatoria, ma in alcune situazioni vengono utilizzate metodiche che non danno un beneficio reale. Pertanto, se le tecniche utilizzate offrono un apparente sollievo che non velocizza in alcun modo il normale decorso di recessione della problematica, è probabile che SI TRATTI DI PLACEBO.
4 – TERAPIA PALLIATIVA INEFFICACE
Se un problema si protrae da lungo tempo, con livelli di dolore costanti, e ad ogni trattamento sembra migliorare per qualche giorno o ora, per poi tornare in breve agli stessi livelli di prima, è molto probabile che la terapia SI TRATTI DI PLACEBO. Una terapia efficace infatti, come visto nel punto 2, dovrebbe garantire una riduzione reale del dolore, che però tenda a mantenersi nel tempo. In questo caso la metodica utilizzata è solo una perdita di tempo per il paziente, perchè completamente inadatta a quel tipo di problema: forse sarebbe meglio per il fisioterapista aggiornarsi frequentando qualche CORSO DI FORMAZIONE MIGLIORE!
Buon lavoro!