
Trattamento della Periartrite Scapolo-Omerale
La Spalla Dolorosa, chiamata in passato “periartrite scapolo-omerale” o anche “periartrite gleno-omerale” è una definizione molto diffusa per indicare una sindrome che raggruppa numerose e differenti patologie di tipo muscolo-fascia-articolare.
Nella sua accezione più frequente, la spalla dolorosa è rappresentata da una patologia di tipo infiammatorio della componente periarticolare, inserzionale e tendinea a carico dell’articolazione gleno-omerale della spalla. La spalla dolorosa solitamente ha infatti una buona risposta ai FANS. Tuttavia, vengono solitamente raggruppati in questa categoria anche i generici “dolori alla spalla”, indipendentemente dalla loro patogenesi.
Da punto di vista epidemiologico, la spalla dolorosa (anche se il termine “periatrite scapolo-omerale” è ancora molto utilizzato in ambito medico) colpisce più frequentemente individui di sesso maschile di età superiore ai 40 anni, ha un’insorgenza prevalentemente serale o nottura e si configura nella maggior parte dei casi come una patologia da OVERUSE, ovvero sovraccarico.
Gli sport più colpiti sono quelli in cui viene fatto un uso massiccio dell’arto superiore: pallavolo in primis, seguito da tennis, arti marziali (maggiormente gli atleti di tipo “wrestler” rispetto a quelli di tipo “striker” vengono affetti) e gli sport di lancio. In questi sport, solitamente la componente strutturale interessata è prettamente la regione della fascia periarticolare e della cuffia dei rotatori.
Vengono altresì colpite dalla sindrome della spalla dolorosa anche alcune categorie di lavoratori, specialmente coloro che effettuano movimenti ripetuti, come: metalmeccanici, idraulici o chi lavora nelle catene di montaggio. In questo caso, la regione maggiormente coinvolta dalla patologia è quella del trapezio superiore e l’area cervico-scapolare.
Se la condizione clinica si protrae nel tempo, il dolore comporta una progressiva riduzione dell’uso e della funzionalità nell’arto superiore, portando all’evolversi della patologia verso una condizione di SPALLA CONGELATA. In questa situazione l’ipomobilità dell’articolazione gleno-omerale produce una retrazione consistente e difficilmente reversibile del muscolo Sottoscapolare, che si manifesta in una forte limitazione nell’abduzione, extrarotazione e flessione della spalla; è pertanto richiesto un apposito protocollo di TRATTAMENTO PER LA SPALLA CONGELATA.
Da punto di vista clinico, si è potuto osservare come la periartite scapolo-omerale derivi frequentemente da due fattori:
1) uno squilibrio tensionale tra le componenti miofasciali che gestiscono il movimento della spalla e del gingolo scapolare;
2) un sovrautilizzo dell’area, che consegue in un thickening o fribotizing della fascia peri- e intra-muscolare delle componenti sopracitate.
A seguito del protrarsi della condizione di squilibrio e sovrautilizzo, la regione tende poi ad instaurare condizioni di degenerazione meccanica dell’articolazione, portando ad artrosi anche grave.
Pertanto, più precoce è l’intervento del fisioterapista, maggiori saranno le probabilità di successo e migliore l’outcome terapeutico.
Vi è da tenere in considerazione il fatto che, effettivamente, non è l’articolazione interessata dal processo infiammatorio – che invece, col progredire del problema, è interessata come detto da fenomeni artrosici – ma bensì la fascia periarticolare, tanto che la dicitura corretta di tale sindrome sarebbe più propriamente “fascite periarticolare di spalla”.
ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO
Un trattamento efficace per la periartrite scapolo-omerale è dato dall’utilizzo di tecniche di Restrain sulle aree miofasciali dei muscoli motori principali di spalla che si presentano in disfunzione. Alle tecniche manuali, si possono poi associare anche ESERCIZI PER IL TRATTAMENTO DELLA SPALLA DOLOROSA attraverso Active Remodelling, per indurre un ripristino della fisiologica funzionalità articolare.
Nel caso in cui alla sindrome fosse associata anche una riduzione nella mobilità gleno-omerale, si possono utilizzare anche tecniche di Rebuild Fasciale come il Pompage per favorire il recupero del ROM e il respiro intra-articolare.
Il trattamento di Restrain viene effettuato solitamente in modo TRIPLANARE, lavorando sulle tre logge muscolo-fasciali principali in scompenso che agiscono sull’articolazione della spalla. Queste sono rispettivamente la loggia superiore (abduttori), la loggia anteriore (flessori e adduttori) e la loggia posteriore (rotatori).
All’interno di queste logge, vengono individuati i Trigger Point (o più correttamente Thicken Point) principali, corrispondenti alle aree dei POOL NEUROMOTORI su cui più frequentemente convergono le forze microtraumatiche.
FASE 1 – TRATTAMENTO DELLA LOGGIA SUPERIORE
Nella regione sovraspinata si possono localizzare due aree di thickening principali: quella corrispondente al Trigger Point dell’Elevatore e quella corrispondente al TP del Sovraspinato. Il trattamento di queste aree attraverso Restrain avviene nella solita modalità di frizione rapida: si applica una forza di circa 2-3 Kg, effettuando un movimento di frizione profonda con la nocca (o con il gomito) di circa 2-4 cm di ampiezza, a una frequenza di 2-3 cicli al secondo.
Si continua il trattamento di Restrain finchè non si percepisce un cambiamento nella consistenza della fascia profonda sottostante. Il dolore, durante l’esecuzione della manovra, può essere anche elevato (anche 8 punti su 10 in scala VAS) e irradiato alla spalla, al collo o a tutto il braccio.
Solitamente si sceglie il punto maggiormente attivo tra i due (più doloroso, irradiante e più rigido alla palpazione) e si tratta solo quello.
Trattamento del Thicken Point dell’Elevatore
Generalmente localizzato al di sopra del margine mediale superiore della scapola.
Si fa mettere il paziente in posizione seduta “a pensatore” e partendo dal margine mediale della scapola si scorre col dito (o col gomito) verso le apofisi trasverse delle vertebre cervicali C3-C4. Nel punto in cui si sente una “collinetta” o uno “gnocco”, corrispondente a una zona di dolore molto acuto per il paziente, si localizza l’area in addensamento – da trattare con decisione, ma sempre rispettando il dolore del paziente.
Trattamento del Thickent Point del Sovraspinato
Generalmente localizzato a lato del collo sotto i fascia laterali del Trapezio Superiore.
Si fa mettere il paziente in posizione seduta dritta e, partendo dal margine posteriore dell’acromion, si scorre col dito (o con la nocca) verso il collo, restando sopra i fasci laterali del Trapezio Superiore. Nel punto in cui si percepisce la “collinetta”, anche qui corrispondente a una zona di dolore elevato, si localizza la Thicken Area da trattare, quando presente.
FASE 2 – TRATTAMENTO DELLA LOGGIA ANTERIORE
Nella regione della fascia pettorale si possono instaurare diverse aree di disfunzione. Le due zone che più frequentemente vanno in scompenso nella fascite periarticolare di spalla sono quella corrispondente al Trigger Point del muscolo Succlavio e quella corrispondente al TP del Piccolo Pettorale. Il trattamento di queste aree attraverso Restrain avviene nello stesso modo della loggia superiore e anche in questo caso solitamente si tratta solo il punto più attivo.
Trattamento del Thickent Point del Succlavio
Generalmente localizzato immediatamente sotto la clavicola, verso il suo terzo mediale, tra le articolazioni costo-sternali e la linea mammaria.
Si fa mettere il paziente in posizione supina e, scorrendo con il dito o la nocca tra la clavicola e la prima e seconda costa, ci cerca un’area in cui si percepisce una sensazione di chiara fibrosità, in grado di innescare un dolore molto acuto.
Trattamento del Thickent Point del Piccolo Pettorale
Localizzato sul decorso del corrispondente muscolo, a livello del solco delto-pettorale, subito sotto al Deltoide Anteriore.
Si fa mettere il paziente in posizione supina e con le dita o le nocche si indaga la fascia pettorale subito al di sotto delle fibre del Deltoide. Nel punto in cui si percepisce una “collinetta”, anche qui corrispondente a una zona di dolore elevato, si localizza la Thicken Area da trattare con Restrain.
FASE 3 – TRATTAMENTO DELLA LOGGIA POSTERIORE
Nella regione della fossa infraspinata si possono localizzare due aree di thickening principali: quella corrispondente al Thicken Point del Sottospinoso e quella corrispondente al TP del Grande Rotondo.
Anche in questa loggia, scegliamo il punto più attivo e lo trattiamo con Restrain nelle solite modalità.
Trattamento del Thicken Point del Sottospinoso
Localizzato nella fossa infraspinata, tra il margine mediale della scapola, la spina della scapola, il suo margine inferiore e il solco delto-scapolare.
Si fa mettere il paziente in posizione prona e, indagando con il dito o le nocche nell’area della fossa, si tratta la fascia del Sottospinoso, cercando una zona in cui si percepisce una chiara firbosità, corrispondente a un’area di dolore molto acuto e irradiato.
Trattamento del Thicken Point del Grande Rotondo
Localizzato tra il margine inferiore dei fasci del Deltoide Posteriore, il pilastro ascellare posteriore e il margine laterale della scapola.
Si fa mettere il paziente in posizione prona con l’arto superiore in abduzione per quanto consentito dalla sintomatologia. Con la nocca si indaga nell’area del pilastro ascellare posteriore, sulla fascia del Grande Rotondo e il margine inserzionale del Capo Mediale del Tricipite. Nel punto in cui si percepisce una chiara fibrosità, corrispondente a una zona di dolore elevato, si localizza la Thicken Area da trattare.
In caso di perdita di mobilità della spalla o degenerazione della sindrome a Spalla Congelata, è necessario combinare al Restrain anche i trattamenti di Rebuild e Remodelling, seguendo protocollo di TRATTAMENTO PER LA SPALLA CONGELATA, altrimenti la terapia sarà solo parzialmente efficace.
Ottimo lavoro! Una volta terminata la seduta di terapia manuale, si lasciano al paziente da eseguire esercizi ESERCIZI PER IL TRATTAMENTO DELLA SPALLA DOLOROSA al fine di mantenere o migliorare il ROM articolare, la mobilità e la coordinazione.