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Protocollo P.R.I.C.E. / P.OL.I.C.E – Esecuzione Corretta

La corretta e immediata capacità di gestione di un atleta traumatizzato è fondamentale per limitare al minimo i danni e migliorare la qualità del recupero. Saper approcciare un atleta infortunato in modo corretto e rapido è una condizione necessaria per qualunque fisioterapista sportivo, sia che lavori a livello professionale che amatoriale.

Nella gestione dell’atleta con trauma acuto applicare il protocollo P.R.I.C.E. è il modo solitamente più corretto di intervenire. Il nome P.R.I.C.E. è l’acronimo di “Protection”, “Rest”, “Ice”, “Compression”, “Elevation”.

Nel dettaglio:

Protection: bisogna proteggere la parte lesa da eventuali altri traumi.
Rest: la parte lesa deve stare in riposo funzionale.
Ice: si deve applicare ghiaccio.
Compression: è necessario effettuare una compressione per evitare lo stravaso ematico.
Elevation: bisogna portare l’arto in elevazione per contenere la formazione di edema.

Alcuni professionisti lo chiamano anche PROTOCOLLO P.O-L.I.C.E. in cui “O-L” starebbe per “Optimal load”, ovvero “carico ottimale”, traducibile in termini fisioterapici con la nota dicitura di “riposo relativo”; il significato resta comunque il medesimo.

Tuttavia il protocollo POLICE è più corretto utilizzarlo a distanza di almeno 24 ore dal trauma.

Conoscere i principi dei protocolli PRICE e POLICE non è sufficiente, in quanto bisogna tenere in considerazione due aspetti di ESTREMA importanza: sapere QUANDO applicarlo e saperlo applicare nella CORRETTA SEQUENZA.

Infine, è importante anche sapere quali sono LE AZIONI DA EVITARE, al fine di non peggiorare lo stato delle condizioni cliniche o mettere in PERICOLO l’atleta: in questo caso si segue il PROTOCOLLO DI ATTENZIONE H.A.R.M. PER TRAUMA ACUTO.

QUANDO APPLICARE IL PRICE

In caso di trauma lieve, come una leggera contusione o un crampo, l’utilizzo del protocollo PRICE è una misura eccessiva, nonchè errata. Pertanto bisogna capire in modo RAPIDO quando è il momento di procedere con l’esecuzione del PRICE o quando serve ricorrere ad altre soluzioni.

Si consiglia quindi al terapista sportivo di intervenire seguendo un RAPIDO SCHEMA DIAGNOSTICO che gli permetta di fare una diagnosi differenziale utile alla scelta della terapia in pochi secondi.

In caso di trauma sul “campo” non è necessaria un’accurata diagnosi funzionale: in una situazione di emergenza in cui il tempo limitato e lo stress tolgono buona parte di capacità di osservazione, è necessario avere il MINOR NUMERO POSSIBILE DI VARIABILI da prendere in esame. Il tempo necessario a prendere una decisione purtroppo AUMENTA IN MODO ESPONENZIALE con il numero delle possibilità tra cui scegliere, pertanto la scelta più semplice e rapida deve essere impostata sulla base di una sola discriminante: i traumi per cui è necessario seguire il protocollo P.R.I.C.E. e i traumi per cui non è neccessario.

I traumi per cui è necessario seguire il protocollo PRICE sono solitamente quelli di media entità: contusioni importanti, distorsioni, stiramenti, strappi. Traumi più gravi, come fratture, tagli, dislocazioni e perdita di conoscenza richiedono l’immediato intervento medico; traumi minori come crampi, contratture o impatti lievi richiedono un protocollo diverso o semplicemente qualche attimo di riposo.

Se il fisioterapista ha osservato la dinamica dell’evento traumatico sa quindi già se intervenire con il PRICE o meno; se invece non ha avuto modo di vedere cosa è accaduto, allora si analizzano semplicemente due aspetti:

a) Si osserva il comportamento dell’atleta.
Se l’atleta porta in protezione la parte traumatizzata e presenta una chiara espressione di dolore, molto probabilmente bisogna ricorrere al PRICE, a meno che non si tratti di un trauma più grave; se porta l’arto in allungamento è plausibile si tratti invece di un semplice crampo che deve essere trattato con l’apposito TRATTAMENTO DEL CRAMPO MUSCOLARE NELLO SPORT.

b) Si chiede all’atleta cosa è successo.
Spesso le soluzioni più semplici sono le migliori: chiedendolo in modo diretto, nel 90% dei casi sarà già l’atleta a dare le informazioni utili per procedere nella giusta direzione terapeutica. Se dirà “mi è venuto un crampo” o “ho preso una storta” oppure “ho sentito una scarica sulla gamba” orienterà già il terapista nella corretta direzione da prendere.

COME ESEGUIRE IL PRICE CORRETTAMENTE

Il fatto che si chiami “price” non significa assolutamente che l’ordine delle lettere corrisponda anche all’ordine di esecuzione del protocollo.

Inoltre, l’esecuzione deve essere fatta in modo rapido e sicuro, in quanto il tempo è spesso un fattore di estrema importanza: in questo caso è necessario che l’INTERVENTO IN CAMPO DEL FISIOTERAPISTA venga svolto senza errori.

Per ogni sport il protocollo può variare sensibilimente, in quanto sono diverse le tipologie di traumi ed è diverso il tempo a disposizione del terapista. Tuttavia, una corretta sequenza del protocollo, applicabile in modo trasversale a tutti gli sport, è questa:

a) Per prima cosa: ICE.
La prima cosa da fare, anche per il controllo del dolore, è l’uso del ghiaccio. Una volta che vi siete accertati che il tipo di trauma richieda l’uso del P.R.I.C.E. date il ghiaccio spray sulla parte colpita. Verificate prima la distanza da utilizzare in modo da non lasciare brinature. Serie di 4-5 spruzzi da 3 secondi sono idonee. FATE ATTENZIONE! Se la cute è lesa la prima cosa da fare è PULIRE E DISINFETTARE LA FERITA E POI APPLICARE COTONE DI GERMANIA A PROTEZIONE.

b) Compression (& Rest, se possibile).
Si applica un bendaggio compressivo per contenere l’eventuale stravaso ematico e limitare l’edema. Molti fisioterapisti sportivi sono concordi nel fatto che deve essere effettuato un bendaggio compressivo che sia al tempo stesso stabilizzante. Il tipo di bendaggio è variabile distretto per distretto e da trauma a trauma, per cui è necessario fare sempre delle prove simulate prima di intervenire su un trauma reale.
Solitamente il bendaggio compressivo va messo per primo, specialmente in situazioni in cui la parte colpita e il distretto da immobilizzare sono differenti (es.: strappo muscolare agli hamstrings o al quadricipite, che richiedono l’immobilizzazione del ginocchio).

c) Rest.
L’immobilizzazione, se non è stata fatta assieme al bendaggio compressivo, viene fatta subito dopo. Quando possibile, sarebbe meglio farla con tutore anzichè con bendaggio funzionale, per una maggior efficacia in termini di stabilità, sicurezza e protezione della parte. Si consiglia di mettere sempre del salvapelle a protezione come primo strato di bendaggio.

d) ICE, again.
Questa volta, si applica una borsa di ghiaccio istantaneo alla parte traumatizzata e la si fissa con del tape o cerotto. Il ghiaccio poi dovrà essere applicato nei 2-3 giorni successivi per 3-4 volte al giorno, per massimo 15-20 minuti ogni sessione.

e) Protection.
Se è stato applicato un tutore la sua funzione è anche quella di proteggere la parte colpita da eventuali altri traumi. In alternativa, può essere eventualmente utile a scopo protettivo avvolgere la parte con più strati di Cotone di Germania, fissato poi con tape (facoltativo).

f) Infine: Elevation.
L’elevazione limita la pressione sanguigna periferica e previene eventuali stravasi ematici nella fase acuta. Si fa mettere l’atleta con l’arto in elevazione (se è un arto inferiore), mentre i caso di arto superiore o altro distretto ci si limita a farglielo tenere a riposo.

Fate attenzione: se c’è una lesione significativa dell’integrità della cute (taglio, escoriazione) è necessario medicare la ferita prima di applicare il PRICE.

CONSIDERAZIONI IMPORTANTI

Eseguito il protocollo, l’atleta dovrà continuare la sua ri-applicazione anche nei giorni successivi, continuando le sessioni di utilizzo del ghiaccio sulla parte traumatizzata e adattando il bendaggio alle nuove condizioni, riducendone via via l’intensità.

Il recupero funzionale del distretto sotto la guida del terapista dovrà avvenire poi il più precocemente possibile, seguendo le indicazioni del PROTOCOLLO MEAT e concordando gli obiettivi riabilitativi e l’eventuale terapia farmacologica necessaria con il medico.

Si ricorda che la fase di “rest” non deve mai essere una immobilizzazione assoluta, a meno che non si tratti di traumi molto gravi; pertanto, il distretto colpito verrà sottoposto a un carico che varierà progressivamente nel tempo da “nessun carico” a “carico parziale” a seconda del tipo di lesione.

L’applicazione del protocollo PRICE richiede la sospensione immediata dall’attività sportiva, che si protrarrà poi per il tempo necessario al recupero; pertanto non è previsto nell’immediato un rientro “in campo” dell’atleta o la ripresa della competizione (a meno che non si tratti di crampo o traumi lievi, che comunque non richiedono il ricorso al PRICE).

Ultima osservazione: a volte l’atleta in realtà non si è fatto nulla ma vuole solo prendersi un po’ di riposo: ve ne accorgerete perchè non mostrerà un’espressione evidente di dolore. In questo caso versategli un po’ di acqua in testa o… fate quello che volete ma fatelo in modo credibile!

Buon lavoro!

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