
TRATTAMENTO MANUALE DEL TORCICOLLO MIOGENO ACUTO
Il Torcicollo miogeno è una sindrome dolorosa che colpisce il rachide cervicale e presenta una simultaneità di fattori patologici abbastanza tipica: un forte dolore, un incremento del tono della muscolatura del collo e una significativa limitazione nel movimento del distretto su più piani dello spazio.
Il dolore al collo, solitamente lateralizzato, può essere presente a riposo oppure assente, ma tende SEMPRE ad acuirsi in modo significativo (o a comparire) nel momento in cui si effettua il movimento nella direzione limitata. Il piano motorio che presenta la maggior restrizione di mobilità è generalmente quello orizzontale, con una forte limitazione in una delle due direzioni di rotazione.
Nei casi di torcicollo acuto, chiamato anche “blocco cervicale acuto”, il paziente può essere anche impossibilitato ad oltrepassare la linea mediana con il capo, rendendo questa situazione per certi aspetti molto simile a un BLOCCO ACUTO DEL RACHIDE LOMBARE. A differenza del blocco lombare però, il torcicollo miogeno non insorge a seguito di trauma o sforzo di carico eccessivo, ma compare più frequentemente alla mattina al risveglio a causa di una posizione “sbagliata” tenuta durante il sonno. Forti escursioni termiche (il classico “colpo d’aria”), movimenti bruschi fatti in allenamento oppure condizione di tensione muscolare protratta, specie in individui sottoposti a stili di vita stressanti, possono essere un fattore predisponente.
Un modo efficace per trattare manualmente il torcicollo miogeno acuto può essere dato da una combinazione di diverse tecniche miofasciali , tra cui manovre di fascial rebuild (Pompage) applicate al rachide cervicale e di fascial Restrain applicate sulle aree di Thickening che si sono formate a livello della fascia del collo.
La presenza di aree in addensamento nel tessuto connettivo della muscolatura cervicale infatti, pur non generando necessariamente un torcicollo, comunque inducono uno squilibrio tensionale dell’area, predisponendo di fatto a una maggiore probabilità di incidenza della sindrome.
ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO
FASE 1 – POMPAGE GLOBALE DEL RACHIDE
L’approccio iniziale consigliato a questo tipo di problematica è solitamente procedere con una mobilizzazione fasciale cauta dell’area, con tecniche di Pompage Globale del Rachide.
Il terapista afferra il capo del paziente a livello occipitale e, con una pressione di circa 2-3 Kg, mette in tensione la zona, “avvicinando” a sè il capo del paziente. La fase di messa in tensione dura circa 10-15 secondi, durante la quale si percepisce un movimento di “allungamento” del rachide cervicale.
A seguito della messa in tensione, il terapista mantiene la tensione altri 10-15 secondi nel momento in cui percepisce di essere appena sotto al limite fisiologico di allungamento fasciale, per poi effettuare una ritorno lento alla posizione di partenza in altri 10-15 secondi.
Si effettuano circa 15 cicli di questa tecnica per indurre una riduzione del dolore e un miglioramento della mobilità, dopo di che si passa alla fase successiva – meno piacevole – di trattamento con Restrain.

FASE 2 – RESTRAIN DEI MUSCOLI ROTATORI
Se la condizione clinica lo permette, il terapista può trattare attraverso manovre di Restrain Miofasciale le aree di Thickening più frequentemente attive in questo caso, corrispondenti ai gruppi muscolari rotatori.
Nonostante lo spasmo muscolare possa manifestarsi in maniera diffusa su tutto il collo, in un torcicollo miogeno in fase acuta le aree della fascia che più frequentemente vanno in addensamento sono due:
a) quella presente prossimalmente ll’inserzione claveare dello SCOM;
b) quella localizzata tra il fascio claveare dello SCOM e lo Splenio del Collo, immediatamente sotto la mastoide.
Effettuando una pressione di circa 1-2 Kg con la nocca o col dito, il terapista pertanto friziona le aree indicate in figura con un movimento di 2-3 cm di ampiezza, a una frequenza di 2-3 cicli al secondo. In tali zone si percepisce una “fibrosità” sottocutanea a livello della fascia profonda e il paziente avverte un dolore acuto (VAS >7), frequentemente irradiato.
Solitamente il trattamento viene fatto in modo bilaterale opposto: si tratta cioè una Thicken Area a localizzazione posteriore assieme alla sua corrispondente anteriore controlaterale.
Il trattamento per ciascun punto termina quando si percepisce un aumento nella scorrevolezza tissutale e una riduzione del dolore indotto dalla manovra.


FASE 3 – POMPAGE IN ROTAZIONE
Al termine del Restrain, si procede a un recupero della mobilità del collo.
Si induce pertanto nuovamente un rebuild della fascia muscolare attraverso l’esecuzione di Pompage Cervicale in Rotazione, mobilizzando il capo prima nella DIREZIONE LIBERA, cioè opposta a quella di blocco. Il movimento viene fatto in modo cauto e a ROM crescente in modo progressivo, senza forzare e senza scatenare dolore.
La manovra di Pompage in Rotazione deve essere effettuata sempre tenendo il rachide in parziale trazione. Una volta raggiunto il grado di rotazione completo nella direzione libera, si procede a fare la stessa manovra nella direzione limitata.
Pertanto, il terapista ruoterà con cautela il collo dal lato a ROM limitato, raggiungendo il punto di “blocco” e mantenendo la posizione qualche secondo, per poi ritornare di qualche grado indietro. Anche in questo caso la tecnica deve essere indolore e svolta in modo progressivo (l’aumento di VAS consentito è solo di 1 punto). Ad ogni ciclo, si cercherà di aumentare l’angolo raggiunto di qualche grado, fino a raggiungere una rotazione comparabile – o di poco inferiore – a quella del lato libero.

Ottimo lavoro! Ora non resta da fare altro che prescrivere al paziente in corretto set di ESERCIZI PER IL TORCICOLLO da svolgere a casa nei giorni successivi.