
TORCICOLLO MIOGENO – ESERCIZI TERAPEUTICI EFFICACI
Il torcicollo miogeno acuto è una condizione clinica molto frequente che colpisce in particolar modo durante i cambi di stagione ed ha una maggiore prevalenza negli individui sottoposti a forte stress.
La sindrome, che interessa il rachide cervicale, si manifesta con un forte dolore e una significativa limitazione nel movimento, può essere efficacemente trattata con una serie di TECNICHE MANUALI PER IL TRATTAMENTO DEL TORCICOLLO ma trae beneficio anche dall’esecuzione di esercizi specifici, mirati a ripristinare la mobilità del distretto.
Gli esercizi, che devono essere guidati prima da un terapista esperto e poi eseguiti dal paziente in via autonoma, hanno come obiettivo quello di ridurre il dolore, recuperare il ROM perduto – specialmente quello in rotazione – e normalizzare il tono muscolare del distretto cervicale.
ESECUZIONE DEGLI ESERCIZI
Possiamo articolare il set di esercizi in tre fasi successive:
1) Recupero della mobilità aspecifica
2) Recupero della mobilità sul piano orizzontale
3) Recupero del ROM e superamento del blocco
Tali esercizi devono essere svolti per almeno 3 volte al giorno a cadenze regolare, anche se si consiglia di eseguirli nella fase acuta per almeno 6 volte al giorno, pertanto ogni circa due ore.
Il paziente deve effettuarli da posizione seduta, con la schiena libera oppure poggiata su uno schienale comodo.
Se il dolore Ë molto acuto, lo stesso set di esercizi può essere eseguito anche da supini, con la testa poggiata su un cuscino morbido, effettuando gli stessi movimenti indicati. Tuttavia è caldamente consigliabile passare all’esecuzione standard nel momento in cui il paziente è in grado di eseguirli da seduto.
ESECUZIONE DEL TRATTAMENTO
FASE 1 – REMODELLING FASCIALE IN RETRAZIONE DEL CAPO
Il paziente sta in posizione seduta e, se consentito dalla sindrome, mette il capo in linea ed effettua un lieve movimento di retrazione spingendo indietro il mento, prestando attenzione a tenerlo basso e a non estendere il collo.
Nel punto di massima retrazione, il paziente sposta leggermente lo sguardo verso il basso, effettuando così un lieve movimento di flessione del capo.
Il paziente torna poi con lo sguardo orizzontale e riporta il capo in posizione di riposo, SENZA PORTARE IL CAPO IN PROTRUSIONE! L’esecuzione deve essere lenta e controllata, pertanto ogni ciclo deve durare almeno 5-6 secondi.
Qualora il blocco dato dal torcicollo fosse tale da non permettere un perfetto allineamento del capo con la mediana, nel punto di massima retrazione il paziente deve allora tentare di correggere lievemente la posizione del capo, avvicinandolo alla linea mediana un po’ più ad ogni ciclo, fino a raggiungere la posizione corretta.
Si ripete questo esercizio per almeno 20 ripetizioni, per poi passare alla fase successiva.

FASE 2 – REMODELLING FASCIALE IN ROTAZIONE DAL LATO LIBERO
Mantenendo la stessa posizione, il paziente effettua nuovamente il movimento di retrazione del capo, ma questa volta, anzichè effettuare una lieve flessione, effettua una ROTAZIONE dal lato libero.
Tenendo il capo in posizione di retrazione mantenuta in modo non forzato, il paziente ruota il capo dal lato libero per poi tornare alla posizione neutra. Raggiunta la linea mediana, si riporta il capo in posizione di riposo, per poi cominciare un altro ciclo prima con la retrazione e poi eseguendo la rotazione. Il grado di rotazione aumenta un po’ di più ad ogni ciclo successivo, arrivando con le ultime ripetizioni ad effettuare un movimento a escursione completa.
Anche in questo caso il movimento va eseguito in maniera lenta e controllata per almeno una ventina di volte.
Questo tipo di esercizio serve a PREPARARE la mobilità del collo sul piano orizzontale per lo step successivo, nel quale si cercherà di recuperare il ROM perduto e vincere il blocco.

FASE 3 – REMODELLING FASCIALE IN ROTAZIONE DAL LATO BLOCCATO
Nella fase finale, il paziente deve cercare di recuperare la funzionalità rotatoria del collo dal lato in blocco. Pertanto, si effettuerà ancora il movimento iniziale di retrazione del capo, solo che questa volta poi si andrà a ruotare il capo dal LATO BLOCCATO.
Una volta raggiunto con la rotazione il punto di blocco funzionale (e/o quello in cui compare il dolore), si mantiene la posizione per un secondo, per poi tornare lentamente alla posizione neutra e riportare il capo in posizione di riposo.
Si eseguono quindi cicli successivi prima con la retrazione e poi effettuando la rotazione, solo che questa volta il grado di rotazione aumenta di pochi gradi, forzando ogni volta per qualche secondo la barriera data dal blocco funzionale.
Il massimo livello consentito di aumento della VAS durante la fase di “forzatura” del blocco è di 2-3 punti. L’obiettivo sarà quello di arrivare pian piano a una rotazione completa, oppure comparabile a quella del lato libero – o di poco inferiore.
Nei giorni successivi, con la progressiva riduzione del dolore e il recupero della mobilità, la frequenza degli esercizi può essere via via ridotta fino a una sola volta al giorno.